Le figure della Resistenza cuneese
Nato a Manijump (Australia) il 12 giugno 1916, laureato in legge, Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Tra coloro che, il 10 ottobre 2000, si sono ritrovati ad Alba ad applaudire in anteprima il film "Il partigiano Johnny" che Guido Chiesa ha tratto dal libro di Beppe Fenoglio, c'era anche Piero Balbo: proprio quel "comandante Nord" che nel lungometraggio presentato al Festival di Venezia è interpretato da Claudio Amendola. Balbo, pur in età tanto avanzata, ha così potuto riassaporare la liberazione di Alba, avvenuta cinquantasei anni prima proprio per merito suo, di Beppe Fenoglio e di tanti altri. La mente di Piero Balbo è fitta di ricordi: dal giugno 1940 al settembre 1943 fu ufficiale di complemento nella XII Flottiglia MAS di Lero, nell'Egeo. Di lì fu trasferito a Pola, dove l'11 settembre i tedeschi lo catturarono. Ma la prigionia durò poco e Piero Balbo, raggiunto l'Astigiano, organizzò subito la resistenza contro i nazifascisti che, non riuscendo a catturarlo, nel marzo del 1944 devastarono la sua casa e la sua azienda agricola di Cossano Belbo (Cuneo). Sino alla Liberazione Balbo comandò la II Divisione Langhe, del Gruppo Divisioni Alpine del maggiore Enrico Martini Mauri, che ebbe tra i suoi tanti meriti l'approntamento e la difesa di un campo di atterraggio a Vesime, molto utilizzato dagli Alleati. La Medaglia d'Argento a Piero Balbo fu conferita dopo la Liberazione, in riconoscimento dell'attività svolta dalla II Langhe che lasciò sul terreno 178 Caduti, fra i quali il padre del comandante.