Le figure della Resistenza cuneese
Nato a Cuneo il 31 marzo 1879, deceduto nel 1960, giornalista e esponente socialista.
Interrotti gli studi di Medicina a Torino si dedicò, come socialista, all'attività politica. Segretario dal 1902 della Camera del Lavoro di Varese, diresse poi la Federazione del PSI a Como e diverse pubblicazioni quali Il Nuovo Ideale e Germinal. Più volte processato e condannato, Momigliano nel 1911 era il segretario della CdL di Bologna. Passò poi a Biella, a dirigervi Il Corriere Biellese. Nel 1917 fu mandato al fronte e, al termine del primo conflitto mondiale, tornò a Biella, dove si distinse per le sue posizioni massimaliste. Eletto deputato nel 1919, nel 1921 e nel 1924, divenne membro della Direzione del PSI e, nel 1925, direttore dell'Avanti! in luogo di Pietro Nenni. Dopo la proclamazione delle leggi eccezionali fasciste del 1926 fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare, arrestato e condannato a 5 anni di confino. Prosciolto dopo un anno, per intervento di Mussolini, Momigliano si trasferì a Torino, dove si impiegò nella casa editrice UTET. Qui lavorò sino al 1943 quando, per sfuggire alle persecuzioni antisemite, riparò con la famiglia in Svizzera. Tornato clandestinamente in Italia durante l'occupazione tedesca, il giornalista socialista collaborò all'ufficio stampa del CLNAI. Dopo la Liberazione lavorò, sino al 1947, presso la Federazione del PSI di Como e diresse l'organo del CLN Il Popolo Lombardo. Consultore nazionale e deputato alla Costituente, Momigliano è stato senatore di diritto dal 1948 al 1953. Nel 1947 si era staccato dal PSI per aderire al PSLI.