Le figure della Resistenza cuneese
Nato ad Asti il 5 maggio 1923, deceduto a Grugliasco (Torino) il 31 dicembre 2001, geometra, Medaglia di bronzo al valor militare.
Arruolato negli Alpini della RSI nel marzo del 1944, Armando Valpreda aveva, due mesi dopo, abbandonato il reparto ed era diventato partigiano combattente nella I Divisione Giustizia e Libertà operante nel Cuneese. Presto il giovane ricevette l'incarico di comandare la prima squadra pattugliatori della Divisione e in questo ruolo si distinse allorché, il 9 aprile 1945, riuscì a salvare trenta partigiani francesi che erano caduti in una trappola architettata dai soldati nazisti.
Anche per questa impresa Valpreda, dopo la Liberazione, fu decorato. E fu proprio Armando Valpreda che, nell'agosto del 1946, capeggiò la rivolta dei partigiani che, da Asti e da altre località del Piemonte, erano confluiti a Santo Stefano Belbo (Cuneo), per protestare contro l'amnistia concessa, forse troppo generosamente, anche a quei fascisti repubblichini che si era macchiati di gravi delitti.
Sull'episodio Lauriana Lajolo (figlia di Davide Lajolo) ha pubblicato, più di mezzo secolo dopo, un saggio dal titolo I ribelli di Santa Libera. Nel dopoguerra Valpreda aveva ripreso la sua attività professionale, ma senza mai dimenticare di divulgare (era presidente della Sezione ANPI "66 Martiri" di Grugliasco) i valori della Resistenza e della guerra di Liberazione.