RICORDO A CHI CI HA LASCIATO
Partigiani scomparsi e a loro va il nostro pensiero
Candido Spiridione “Bocia”, così chiamato dai suoi amici, perché giovanissimo, ad appena quattordici anni, scelse la strada della Libertà.
Era nato, infatti, nel 1930 e nel giugno 1944 scelse di fare la “staffetta” con Aldone Quaranta nella 1a Divisione Valle Gesso. Oramai i suoi compagni non ci sono più, ricordiamo il Comandante Aldo Quaranta, Mario Fresia e il giovane Ildo Vivanti, ebreo, già epurato dalle leggi razziali e poi barbaramente ucciso a Cuneo a soli diciannove anni, nella primavera del 1944. Ci stanno lasciando gli ultimi Partigiani e le ultime Partigiane. Sono trascorsi più di settant’anni dall’esaltante e vittoriosa Lotta di Liberazione dal nazifascismo, che ha coinvolto, nelle nostre valli Cuneesi, giovani, studenti, artigiani, contadini contro un nemico feroce, violento che distruggeva case, torturava, perseguitava e uccideva cittadini inermi.
Candido, spesso, ricordava tre amici russi, bruciati vivi in una baita, nelle nostre montagne, dove si erano rifugiati: Yosef, Gregory ed Ivan, in onore di quest’ultimo diede il nome al figlio minore; penso che per lui il ricordo di quei giovani fosse ancora molto vivo. Per il suo coraggio gli fu conferita la Croce di guerra al valor militare. In questi momenti si incrociano dolore e fierezza: dolore per coloro che lo amavano, fierezza per quanti, come lui, hanno saputo scegliere la parte giusta schierandosi contro il tedesco invasore e i loro servi italiani.
"LINO" ERCOLE SILVESTRI, comandante PARTIGIANO nella divisione G.L. in valle VARAITA. Con il fratello gemello " luigi" ha scelto in età giovane la strada della Libertà e della Democrazia.
Di famiglia Antifascista, allora lui giovane studente senza riserve ha preso una decisione coraggiosa così ben descritta nel Libro Partigiani della Montagna di un suo compagno di avventurura Giorgio BOCCA: citiamo le sue parole "Che cosa è stata la politica in quei 20 mesi? Era le cose concrete della vita, come la ricerca del potere, la rivalità delle formazioni, l' occupazione del territorio, il rapporto con i parroci, con la popolazione, con la sussistenza,con la ricerca delle armi, come in un sogno, il sogno in cui tutto è possibile e coesistente una società liberale dentro una rivoluzione buona e virtuosa, economia di mercato e socializzazione, democrazia per tutti ma solidarietà e vigilanza partigiane”.
Pensiamo ai tuoi amici che non ci sono piu', ma che in noi è ancora vivo il loro ricordo: Aurelio Verra, Giorgio Bocca detto Dalmastro, e tuo fratello LUIGI e a tanti altri...
La storia tua GINO è una storia di coraggio, di altruismo, di determinazione, di solidarietà e di scelte. La scelta che giovanissimo tu hai fatto di lavorare per il mantenimento della famiglia e poi dopo varie vicissitudini renitente alla Leva di andare in montagna contro l' invasore nazifascista e la sua dittatura. Ti sei sempre salvato rischiando in prima persona, prima con le formazioni autonome e poi con i Garibaldini per te più politicizzati. E poi hai continuato con la militanza politica da Antifascista convinto, sempre a lottare contro lo strapotere per l'uguaglianza dei diritti dei più poveri e dei più semplici, di coloro che sudavano e faticavano nei lavori nei campi e per cause nobili. Il diritto alla pensione, all' indennità di malattia ed a essere risarciti per cause naturali.
Ma la tua militanza è continuata quando sei arrivato a Borgo e si è intrecciata con altri grossi personaggi della lotta di Liberazione. Borgo san Dalmazzo ha avuto nella storia del suo paese e della Sinistra dei nomi importanti, la famiglia Barale Giovanni e Spartaco, padre e figlio barbaramente uccisi, il primo sindaco dopo la liberazione Luigi Perona, le Staffete Elsa e Emma,Rita Barale e Aurora, i martini trucidati Lovera Giovanni, ammazzato il 2 febbraio del ‘45, il comandante Bastian Forneris diventato poi sindaco e amministratore come te. Un pensiero va anche a Stefano Barale che per anni ha tenuto le redini dell' Anpi a Borgo, a Veglia e a tanti altri a Poldo.